La storia

Le radici della Federazione delle Chiese Evangeliche Pentecostali in Italia risalgono al 1983 quando, per impulso di alcuni pastori, fu promossa la prima Conferenza Ministeriale svoltasi a Massafra (TA) che seguiva un incontro informale svoltosi l’anno prima a Gela (CL). Da questo evento, tenendo conto delle comuni radici spirituali legate al risveglio pentecostale sorto all’inizio del XX secolo che consentivano lo sviluppo di un dialogo fraterno pur nella diversità dei percorsi fatti, prese le mosse il Raduno dei Ministri Pentecostali (RMP) che si sarebbe incontrato regolarmente una volta l’anno. Quel primo incontro rese chiara la necessità di favorire un più stretto rapporto di collaborazione tra pastori; gli anni che seguirono favorirono lo sviluppo di obiettivi tesi a realizzare, per la prima volta in Italia, un rapporto consolidato tra alcuni ministri di chiese pentecostali autonome abbastanza rappresentative.

Tale collaborazione non era basata solo sulla necessità di incontri fraterni, ma anche su quella di trovare un punto di sostanziale convergenza sul piano dottrinale, ecclesiologico e teologico. In questa direzione una svolta concreta si ebbe durante il Raduno svoltosi nel maggio del 1997 a Castelvolturno (CE); in quell’occasione il Raduno dei Ministri Pentecostali diede una nuova spinta a tutto il lavoro compiuto fino ad allora approvando la trasformazione dello stesso in Comunione delle Chiese Evangeliche Pentecostali (CCEP). Si prendeva atto in tal modo del rafforzamento dello spirito di comunione e si consideravano maturi i tempi per creare una compagine più unita che non si limitasse solo a rapporti tra pastori, ma coinvolgesse le chiese; così la CCEP nasceva come uno strumento di servizio e di testimonianza nel rispetto della più ampia autonomia, della storia, delle istituzioni e delle tradizioni dottrinali di tutte le realtà che avevano concorso negli anni a raggiungere tale traguardo. Ciò nella consapevolezza che solo la completa fedeltà alla Parola del Signore rende possibile il superamento delle umane distinzioni e la piena comunione dei credenti.

In seguito al lavoro svolto emergeva che la piattaforma costitutiva su cui poggiava la CCEP produceva di per se un organismo federativo; ciò perché essa è composta da Chiese locali e Unioni di Chiese con diversità ecclesiologiche e di assetto giuridico. Di conseguenza il Consiglio Nazionale della CCEP nella seduta del 15 settembre 1999 svoltasi a Monteforte Irpino (AV) approvò all’unanimità un ulteriore passaggio che rappresentava la naturale evoluzione della CCEP e la realizzazione di motivi e speranze implicite o esplicite già espresse all’epoca del Raduno dei Ministri Pentecostali. Nasce così la Federazione delle Chiese Pentecostali che si costituisce per atto pubblico l’8 aprile 2000.

La Federazione delle Chiese Pentecostali è un’associazione di terzo livello costituita da Chiese locali ed Associazioni di Chiese che si riconoscono unite dalla comune vocazione di testimonianza e di servizio. L’ecclesiologia e la storia delle chiese evangeliche (tra cui quelle pentecostali) pone come principio irrinunciabile che le chiese vengano amministrate secondo principi di democrazia ispirati ai dettami costituzionali e alle norme del codice civile; questo criterio vale sia per il primo livello dell’essere chiesa (quello locale) sia per gli altri (i circuiti regionali e nazionali). A questi principi aderisce anche la FCP.

Le chiese locali sono incoraggiate ad aderire a circuiti nazionali già esistenti o, eventualmente, a crearne di nuovi se quelli esistenti non dovessero soddisfare le esigenze o le aspettative delle medesime. L’apertura che la FCP ha verso le chiese locali è da intendere in questa direzione, come si può evincere dallo statuto. Ciò si impone perché, come è noto, il mondo pentecostale è ampio e vario e perciò è necessario andare verso forme di rappresentanza più semplificate nel rispetto dei percorsi e delle identità. Compito della FCP è di favorire processi di avvicinamento e di collaborazione tra i propri membri e nello stresso tempo rappresentarli per accordi o convenzioni di larga portata secondo il principio di sussidiarietà.

La FCP non persegue scopi giuridici diretti. L’assetto giuridico dei membri della FCP è di vario tipo ed è in funzione delle esigenze che ognuno ha; una delle chiese membro, la Chiesa Apostolica in Italia, ha stipulato intesa con lo Stato ai sensi dell’articolo 8 della Costituzione; altre sono dotate di riconoscimento giuridico come enti di culto; altre sono collegate nel circuito della Consulta Evangelica che è in fase di trattativa con lo Stato per la stipula di intesa.

La FCP attraverso i suoi membri è presente su tutto il territorio nazionale e rappresenta una popolazione complessiva di oltre 50.000 persone. Aderisce alla Federazione Pentecostale Europea (PEF) e alla Commissione delle Chiese Evangeliche per i Rapporti con lo Stato (CCERS).