La segreteria della Federazione, in occasione della visita del Papa alla chiesa della Riconciliazione di Caserta guidata dal past. Giovanni Traettino, ha ricevuto diverse sollecitazioni tese a conoscere la valutazione dell’evento nei circuiti pentecostali che si riconoscono nella Federazione; abbiamo chiesto al past. Silvano Lilli, presidente della Chiesa Evangelica Internazionale e vice presidente della Federazione, un parere al riguardo.

 

Ritengo che il clamore suscitato dentro e fuori gli ambienti pentecostali da questa evento sia stato eccessivo; si è trattato di una visita privata che il Papa ha voluto fare ad un vecchio amico e non credo che si tratti di una questione rilevante per i pentecostali. Certo, un gesto del Papa non è mai banale e fine a se stesso e non può essere minimizzato troppo; tuttavia, la cosa è apparsa eclatante perché è avvenuta in Italia. In qualsiasi altro Paese del mondo sarebbe stata considerata quasi normale, soprattutto nel mondo latino americano dal quale il Papa proviene. In fin dei conti si è trattato di un regalo che il Papa ha voluto al past. Traettino in nome della loro pregressa amicizia maturata in contesti molto diversi da quello italiano. Se questo regalo aveva anche finalità ecumeniche e voleva significare apertura di dialogo tra cattolici e pentecostali, allora l’obiettivo è stato completamente mancato; infatti, ha scontentato tutti stando alle reazioni sia delle istituzioni ecclesiastiche cattoliche che di quelle pentecostali. Ha scontentato sicuramente la diocesi di Caserta con la quale il Vaticano ha dovuto concordare in fretta e furia una visita pastorale non prevista, ma inevitabile: come si poteva fare visita ad un pastore evangelico e ignorare i cattolici di Caserta? Ha scontentato l’arcidiocesi di Napoli che attende da anni una visita del Papa e si è vista ora scavalcata da una diocesi minore. Ha scontentato l’intero mondo pentecostale italiano perché ha accreditato un pastore ed una chiesa come rappresentanti di questo mondo quando tutti sanno che per storia personale, ecclesiastica e teologica il past. Traettino e la sua chiesa da molti anni sono fuori da tutti i circuiti pentecostali per forti divergenze proprio sul modo di intendere l’ecumenismo e in particolare i rapporti con la chiesa cattolica. Bisogna, tuttavia, riconoscere la rilevanza della richiesta di perdono che il papa ha fatto verso il mondo pentecostale per via delle persecuzioni subite durante il fascismo anche a causa dell’ostilità di settori del mondo cattolico; nondimeno, a mio avviso, l’importanza della questione avrebbe meritato un contesto diverso. Sono rimasto molto sorpreso che gli apparati vaticani non siano stati in grado di segnalare al Papa queste incongruenze, ma è probabile che il suo carattere sudamericano abbia prevalso; infatti, anche nei nostri ambienti pentecostali è alquanto difficile interagire con i sudamericani perché loro credono che in Europa e in Italia siamo un po’ tutti peccatori e dobbiamo essere salvati. Il che può anche essere possibile, ma i peccatori è difficile convertirli con questi metodi arrembanti e fuori misura”.